Luciano Artusi
Luciano Artusi è nato a Firenze. Ora in pensione, dopo una carriera variegata come pubblicista e giornalista, è un cavaliere della Repubblica fiorentina ed ex Cancelliere del Giudice Conciliatore. Docente e studioso, ha reso popolare la cultura fiorentina e la storia toscana attraverso i suoi numerosi scritti tra cui articoli su riviste e periodici. Luciano è autore o coautore di oltre novanta pubblicazioni.
Sportivo appassionato e calciatore dilettante, ciclista e paracadutista, Luciano ha riversato la sua passione per la storia e lo sport nel suo ruolo di autorità principale e direttore del Calcio Storico Fiorentino (dal 1960 al 2015) e ha rappresentato lo sport antico in tutto il mondo: nel 1959 Torino, alle Olimpiadi del 1960 a Roma, al Columbus Day del 1976 a New York, ai Campionati del mondo di calcio del 1982, 1986, 1990 a Barcellona, Città del Messico e rispettivamente a Firenze.
È stato Consigliere del Sindaco di Firenze per Le Feste e Tradizioni, Console dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa. È uno dei sei fondatori della Federazione Italiana Giochi Storici ed ex membro della Federazione Europea delle Rievocazioni Storiche ed ex Vice Presidente della Federazione Italiana Giochi Storici.
ARTICOLO
Carissime amiche e carissimi amici, questo breve video vuol essere il nostro sincero augurio per la Santa Pasqua, affinché ognuno di noi possa trovare il reale significato per quello che veramente rappresenta la festività: pace, serenità, armonia, fratellanza, amore. Visto che il Corona virus ci confina tutti nelle nostre rispettive case, abbiamo voluto portarvi ugualmente a domicilio il tradizionale Scoppio del Carro, visto e considerato che, purtroppo, quest’anno non avrà luogo. Speriamo di essere riusciti nell’intento. Pertanto ecco qui il nostro “uovo di Pasqua” con la sorpresa del nonno che vi racconta:
La tradizione, come tutti sapete, si perde nella notte dei tempi in quanto risale addirittura alla I^ Crociata indetta da papa Urbano II per togliere il Santo Sepolcro dal potere dell’Islam. La tradizione-leggenda, ormai divenuta storia, ci fa sapere che alla spedizione militare dei cristiani si erano uniti anche 2500 Fiorentini al comando di Pazzino dei Pazzi. Il 15 luglio 1099 dopo oltre un mese d’assedio, Gerusalemme venne espugnata e, a salire per primo sulle mura della Città Santa, fu proprio Pazzino de’ Pazzi che elevò l’insegna bianca e vermiglia. Per tale atto di valore Goffredo di Buglione, comandante assoluto della crociata, concesse a Pazzino il privilegio di adottare il suo stemma — due delfini d’oro posti in palo in campo azzurro — oltre a donargli 3 scaglie di pietra del Santo Sepolcro. Il 16 luglio 1101 Pazzino rientrò in Firenze accolto con solenni onori. Le tre pietre, tenute in grande venerazione, rimasero custodite nel Palazzo Pazzi in Via del Proconsolo e poi consegnate alla Chiesa di Santa Maria Sopra Porta, situata in Mercato Nuovo in corrispondenza della porta che garantiva il passaggio dentro le mura. Santa Maria Sopra Porta era una delle più antiche chiese della città dove era alloggiata anche la Martinella, la piccola campana detta Bellifera perché suonava soltanto in tempo di guerra che veniva posta sul Carroccio. Quando questa chiesa fu soppressa le sacre reliquie vennero trasferite prima in quella attigua di San Biagio e poi in quella dei Santi Apostoli dove si trovano tuttora. Dalle tre pietre, grandi pochi centimetri di dimensione come delle mandorle, prende origine la tradizione del rito dello Scoppio del Carro.
Oggigiorno con la nuova liturgia del 2012, la celebrazione inizia la sera del Sabato Santo quando alle ore 20,30 dalla Chiesa dei Santi Apostoli le pietre e il portafuoco vengono prelevate e portate processionalmente nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Qui sul sagrato, l’arcivescovo Giuseppe Betori allo squillo delle chiarine del comune accende il fuoco in un grande braciere e lo benedice, poi, alla fiamma purificatrice benedetta — simbolo che evoca la Resurrezione del Signore vincente sulle tenebre della morte - accende il cero pasquale. La celebrazione ha termine con la custodia in cattedrale del portafuoco con frammenti di brace e del cero acceso, che all’indomani daranno l’avvio allo scoppio.
The colorful procession accompanied by the marching pace of the the armed forces, reaches Piazza del Duomo where it is positioned on the Cathedral steps, while the cart stops in the space called “Paradiso”, between the Baptistry and the Cathedral.
Scortato da armati, musici e sbandieratori del Calcio Storico alle 8,30 il carro — della veneranda età di quattro secoli — si muove attraversando il centro cittadino. Il variopinto corteo al marziale passo cadenzato delle milizie giunge in Piazza del Duomo dove si posiziona sul sagrato, mentre il carro si ferma nello spazio detto Paradiso, tra il Battistero e la cattedrale.
I buoi vengono staccati e condotti in una zona tranquilla di Piazza della Signoria. A questo punto si provvede alla sistemazione del lungo cavetto d’acciaio teso a 7 metri dal suolo, tra il carro e la colonna di legno appositamente collocata il Venerdì Santo fuori l’altar maggiore, sul quale scivolerà la Colombina per appiccare il fuoco ai 1600 mortaretti disposti sui tre ripiani del carro. Squilli di chiarine, rulli di tamburo e evoluzioni di bandiere giostrate dai Bandierai degli Uffizi fanno da splendida cornice all’antica tradizione. Il corteo saluta l’arcivescovo quando esce dal Battistero per benedire il carro e la popolazione e quindi dirigersi all’interno del Duomo per officiare la santa messa. Poco prima del rituale scoppio, che avviene alle 11 al canto del Gloria, si effettua il sorteggio per determinare gli accoppiamenti delle squadre che disputeranno nel mese di giugno il torneo di San Giovanni. I primi due colori estratti si incontreranno nella prima giornata, gli altri due nella seconda semifinale, quindi le vincenti si incontreranno in finale per aggiudicarsi il palio il 24 giugno festa del nostro Santo Patrono.
In attesa dello scoppio la folla guarda con impazienza le lancette dell’orologio che si spostano verso le 11. A quell’ora l’arcivescovo intona l’inno del Gloria e col cero pasquale dà fuoco alla miccia che fa partire di gran carriera la colombina sul cavetto metallico che scivolerà per i 120 metri della navata fino a impattare il carro e provocare l’esplosione dei razzi, delle girandole e dei fuochi pirotecnici — una volta detti Fochi d’allegria — che durano per una decina di minuti, fra fragorosi scoppi e il festoso suono delle campane. Le deflagrazioni con fumi e miriadi di scintille di tutti i colori, sia pure in maniera simbolica, vogliono esprimere la distribuzione del fuoco benedetto a tutti i presenti e all’intera città.
Gli scoppi raggiungono il massimo della loro potenza man mano che salgono verso la sommità del carro dove, infine, sibilerà la girandola che al termine dei suoi giri su se stessa farà aprire come i petali di un giaggiolo, tre piccoli gonfaloni con le insegne di Firenze, dell’Opera del Duomo e della famiglia Pazzi. Intanto in cattedrale prosegue la santa messa. Terminata la celebrazione eucaristica le tre scaglie di pietra del Santo Sepolcro e il portafuoco vengono riportate nella Chiesa dei Santi Apostoli sotto scorta dei Famigli del Comune con il gonfalone di Firenze, dove rimarranno per tutto l’anno fino alla Pasqua successiva. Piazza del Duomo lentamente si spopola in un brusio confuso, il corteo del Calcio Storico rientra in sede, i piccioni ritornano a volare indisturbati. Adesso tutti ritornano alle rispettive mense imbandite a consumare in primo luogo l’uovo benedetto simbolo di fertilità e rinascenza, segno della vita che nel mondo cristiano assume il significato del risorgere spirituale, cioè il buon proposito di migliorarsi.
Con questo carissimi amici abbiamo voluto porgervi l’augurio di ogni bene, di buona Pasqua, che il Signore ci protegga e, l’anno prossimo, potersi finalmente rivedere e abbracciarsi in Piazza del Duomo!
Guarda il film qui!
In questo video, il regista Davide Battistella ha collaborato con la ‘leggenda’ Luciano Artusi per farvi avere un’idea della tradizione pasquale fiorentina, purtroppo annullata nel 2020 per la prima volta dagli anni della guerra.
Lo scrittore e il regista si sono uniti per creare il film mentre l’Italia é in completo isolamento. Con questo lavoro hanno voluto dare sollievo allo spirito e speranza ai cittadini, dimostrando il loro reciproco amore per la città.
I due si sono incontrati nel 2011 quando Battistella si e trasferito a Firenze per “indagare” sul suo eroe Fillipo Brunelleschi e scrivere un film sulla sua vita. Da allora sono diventati grandi amici condividendo curiosità e passione per tutto quello che riguarda Firenze!
Battistella continua a creare film su storie, luoghi e persone interessanti in questa sua nuova città.
La coppia sta già pianificando la prossima collaborazione.